Giornata Internazionale della Memoria
L’amministrazione comunale di Acri – Assessorato alla Cultura, la Fondazione “V. Padula”, il Museo del Risorgimento “G.B. Falcone” di Acri…
Situato nel cuore della Calabria, il Museo del Risorgimento di Acri mette in risalto il ruolo cruciale di questa terra nella storia dell’unificazione italiana.
Attraverso una collezione ricca di documenti e armi, il museo racconta le gesta degli eroi calabresi che hanno partecipato ai moti risorgimentali – tra i quali spicca la figura di Giovan Battista Falcone, tra gli artefici della “Spedizione di Sapri” – e le opere degli intellettuali locali che sostennero l’unità nazionale.
Le sale espositive offrono un viaggio nel tempo, con pannelli e fotografie storiche che coinvolgono i visitatori, facendo rivivere i momenti chiave del XIX secolo. Il museo rappresenta un punto di riferimento culturale per chi desidera approfondire le radici storiche e patriottiche della Calabria, in un contesto suggestivo e ricco di memoria.
L’amministrazione comunale di Acri – Assessorato alla Cultura, la Fondazione “V. Padula”, il Museo del Risorgimento “G.B. Falcone” di Acri…
Il Museo del Risorgimento di Acri presenta il nuovo sito web martedi 17 dicembre 2024, alle ore 11:30, pressola sala…
Alcuni scatti dell’Inaugurazione della II Sezione del Museo del Risorgimento “G. B. Falcone” di Acri dedicata agli acresi nel Lungo…
Il Museo del Risorgimento “G. B. Falcone”, insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Acri e la Fondazione “V. Padula”…
“Un museo necessario, bello, commovente, che deve essere visitato, da tutti i giovani del Sud e dagli italiani d’Italia.
Complimenti”
Carissimo Presidente Scaramuzzo e
Cari Amici Acresi tutti,
la notizia dell’apertura del Museo intitolato a Giovan Battista Falcone, giovane e fedele compagno di impresa e di morte del grande Carlo Pisacane, è di quelle che riempiono il cuore e la mente, risvegliano e rendono più forte e orgoglioso lo stesso nostro comune senso di appartenenza meridionale.
A mio avviso, la tenace e meritoria impresa culturale, civile e politica, legata alla nascita del Museo, ben si inquadra in un impegno più generale di approfondimento e rivalutazione della partecipazione, concorso e contributo, del Mezzogiorno, in questo caso delle regioni calabrese e campana, alla più generale storia nazionale. Si tratta di uno sforzo al quale sono da tanti anni dedito con passione, e spero con partecipe competenza, in ordine soprattutto al nesso inseparabile tra Sud e Resistenza, Antifascismo, nascita dell’Italia repubblicana. Ma sono interamente convinto che analogo debba essere il discorso che riguarda il rapporto tra i nostri territori ed il glorioso processo risorgimentale: all’Unità nazionale non si sarebbe mai arrivati se fosse mancato all’appello un terzo abbondante dell’Italia rappresentato da quella che a buona ragione può e deve ritenersi la leva essenziale per il compimento del processo, nel cuore dell’Ottocento. E d’altronde, l’uno e l’altro hanno avuto l’annunzio straordinario nella altrettanto mirabile, coraggiosa e drammatica,” spedizione di Sapri”, ad onta degli esiti contingenti, dolorosi e fatali per i principali protagonisti, tra cui il Falcone e lo stesso Pisacane.
Come spesso abbiamo avuto modo di dirci, reciprocamente, siamo e restiamo radicalmente consapevoli di quanto sia fondamentale la memoria di un passato che è invero, al tempo stesso, presente e futuro. Memoria e storia devono intrecciarsi tra loro, produrre conoscenza e cultura, conferire coraggio, senso e soprattutto identità alle generazioni venute dopo i fatti di cui intendiamo tramandare e trasmettere il pubblico ricordo. Un Museo serve anche, o dovrei dire, soprattutto a questo: non a custodire fino a nascondere, memoria inerte, bensì a renderla vitale, conosciuta, apprezzata e ricordata, come ed in quanto autentico fattore produttivo di futuro, nonché bussola del vivere presente.
Ti auguro il maggior successo e mi riprometto di venire, appena possible, ad Acri (come varie volte è accaduto negli anni) in modo da rendermi conto dal vivo di quanto è stato meritoriamente messo in campo, da te e dalla, nonché per la. Comunità acrese, cui rivolgo il più affettuoso saluto.
A 160 anni dall’Unità d’Italia ricordare il Risorgimento può riaprire il dibattito su questioni ancora irrisolte e su ferite ancora aperte: il rapporto nord-sud, le diversità culturali tra le regioni che costituiscono la nostra nazione, le scelte politiche non omogenee tra le diverse aree, il rimpallo di accuse sulle responsabilità dell’arretratezza e delle difficoltà del Mezzogiorno.
Le polemiche innescate dalla proposta di alcuni gruppi politici di “istituire una giornata per ricordare le vittime meridionali del processo di unificazione nazionale” in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia danno la misura del dibattito ancora aperto sulla storia e la memoria di quel periodo su cui, forse, la maggioranza degli italiani non ha idee chiare.
E ciò è giustificato dalle diverse interpretazioni storiche del Risorgimento: dall’esaltazione acritica dei primi decenni post unitari, che costruì il “mito risorgimentale” alimentando un patriottismo con forti connotazioni militaristiche e nazionalistiche ampiamente sfruttato prima dai nazionalisti favorevoli alla prima guerra mondiale e poi dal fascismo, alle riletture critiche dei primi del Novecento, che introducono il concetto di un processo di “annessioni” al Piemonte (come scriveva Cavour nelle sue lettere) attraverso il quale si giunse alla costruzione di uno Stato debole perché privo di un vero riconoscimento popolare. Piero Gobetti definisce per questo il Risorgimento una “rivoluzione fallita”, incapace di formare una borghesia moderna; interpretazione condivisa da Antonio Gramsci, che parlò di “rivoluzione passiva” riferendosi al mancato coinvolgimento dei contadini e della popolazione.
Negli ultimi decenni gli storici hanno cercato di approfondire la conoscenza delle diverse componenti sociali, politiche ed economiche dei vari Stati preunitari, o esaltato il coinvolgimento di gran parte della società alfabetizzata e consapevole. Recenti interpretazioni revisioniste, più giornalistiche e politiche che storiche, valutano negativamente il Risorgimento e auspicano il disfacimento del processo di unificazione nazionale per ricostruire entità statali a carattere regionale.
Eppure, nelle sue luci e nelle sue ombre, non si può negare che dietro le vicende risorgimentali ci siano stati tanti uomini valorosi: “giovani coraggiosi, disposti a sopportare carcere, esilio e morte in nome della libertà e della giustizia, rifiutando sistemi politici assolutistici e reazionari, per riscattare la “Patria sì bella e perduta” immortalata nel Nabucco di Verdi. Il Risorgimento fu il primo tentativo di modernizzare e laicizzare il nostro Paese, inserendolo nello sviluppo liberale dell’Europa”.
Fra i giovani coraggiosi che si sono sacrificati per un ideale, il professore Scaramuzzo, da sempre studioso anche della realtà locale, ha indicato G. B. Falcone dedicandogli il Museo del Risorgimento che è stato inaugurato ad Acri il 27 febbraio 2021. Giovanni Battista Falcone, protagonista insieme a Carlo Pisacane e Giovanni Nicotera della tragica Spedizione di Sapri, è il nostro giovanissimo eroe morto per difendere la libertà e l’indipendenza della Patria. Il professore Scaramuzzo, presidente del suddetto Museo, prosegue così nel suo incessante lavoro volto sempre alla conoscenza del passato perché attraverso il passato noi possiamo rintracciare la nostra identità. È solo attraverso la Storia che possiamo comprendere meglio i tratti dell’intera umanità e le
azioni, individuali o collettive, che hanno portato a determinati avvenimenti, imparando a non ripetere gli errori e ad essere più umili, più consapevoli: in una parola, migliori. La Storia è un bene comune: è l’appello lanciato dallo storico Andrea Giardina, dalla senatrice a vita Liliana Segre e dallo scrittore Andrea Camilleri il 25 aprile 2019. La Storia è un bene comune ribadisce con forza il professore Scaramuzzo. Lo stesso messaggio nei suoi contenuti trasmetteva lo stesso Prof. in un’aula di liceo, tanti anni fa, a noi ragazzi, e ragazzo anche lui.
(Inaugurazione del Museo del Risorgimento – Acri 27 febbraio 2021)
Il Museo del Risorgimento di Acri è una straordinaria testimonianza di impegno civile. La sua costituzione sancì la monumentalizzazione di una storia importante. Si tratta della scelta di importanti settori politici, sociali, intellettuali del Mezzogiorno di partecipare alla lotta per la modernizzazione istituzionale e per l’Unificazione nazionale dell’Italia. In questo modo, prima come dirigenti del movimento liberale, poi come protagonisti del partito nazionale, diventarono co-fondatori di una grande nazione europea. Il Museo racconta uomini ed episodi che spesso hanno un alto valore simbolico, altre volte appartengono alle memorie della battaglia politica locale e calabrese. Tutti insieme rappresentano sia il valore assoluto di questa storia e, allo stesso tempo, la qualità culturale ed intellettuale dei suoi promotori.
Ma come? Se a Brescia, città in cui vivo, notoriamente virtuosa, capitale della cultura 2023, purtroppo è stato chiuso…
Per fortuna io riuscì a visitarlo quando ancora era attivo e mi colpì moltissimo e favorevolmente vedere il gonfalone della città con al centro la mia Trinacria, perché avevano combattuto insieme per una causa comune, allora mi risollevai dall’inquietudine di essere in un territorio, che in quel momento storico, era ancora molto ostile e pieno di pregiudizi nei confronti del Sud e di chi, si era trasferito in Pianura Padana a lavorare…( ancora la Lega si chiamava Lega Nord). Io cercavo di cogliere tutto il meglio ed il bello che potevo, così come fa un turista in visita in un luogo di vacanza, nella speranza di alleggerire il mio cuore dalla nostalgia attanagliante delle persone che amo, del mare, dei profumi, del cielo e del sole del Sud, con la violenza decisa dei suoi colori, tutti sfumati e un po’ sbiaditi al Nord, forse per il tasso d’inquinamento…
Dopo quasi 30 anni vengo a conoscenza che il mio professore di storia e filosofia aveva raccolto e sistematizzato con cura e la passione, che lo ha da sempre contraddistinto, il materiale per mettere su un Museo del Risorgimento ad Acri.
Quale migliore occasione per rivederlo e fare un tuffo nel passato.
Visitare il Museo del Risorgimento di Palazzo Sanseverino-Falcone, curato dal Presidente Professor Giuseppe Scaramuzzo, è stato un emozionante tuffo nel passato; nel mio passato da studentessa di liceo ad Acri e nel passato delle persone che hanno fatto la storia di questi luoghi, così familiari e intrisi di forti ideali e desiderio di riscatto. Oggi la figura del giovane Giovan Battista Falcone, vissuto inseguendo un sogno, dovrebbe essere ricordato con più enfasi e coraggio e presentato ai giovani come un esempio positivo di come si può avere un idea e un ideale da perseguire nonostante tutto e tutti, famiglia compresa, e realizzare vere e proprie imprese che fanno storia e segnano i destini.
Egli, impavido come fuoco sotto la pioggia, ha affrontato fino alla morte la sua battaglia per la libertà. Quanti di noi oggi siamo disposti a questo, ad alzare la testa, a dissentire dallo status quo, a partire in luoghi sconosciuti a rischio della propria vita pur di non sottostare ad un governo di sfruttamento?
Più semplicemente, quanto è utile consegnare ai nostri ragazzi la capacità critica e una scuola che insegni a pensare, che educhi alla libertà, non alla formazione di meri esecutori, contenitori di nozioni, che il più delle volte, non servono o risultano obsoleti, di futuri operai o impiegati ingrigiti e alienati da ritmi inumani e sottoposti a subdoli ricatti ed a paghe da fame. Ritornare a contattare storie che non siano solo quelle su instagram, ma vita vissuta nel proprio territorio, dietro casa tua, da valore a te e a quello che ti sta intorno, impagabile sensazione poter fare da cicerone a qualcuno che viene a trovarti da lontano…
Quanto i nostri ragazzi avrebbero bisogno di sentirsi radicati, sicuri di provenire da qualcosa di grande e solido, oggi cosa sentono, come si sentono? Glielo avete chiesto? Di che luogo si sentono? Cos’è che gli da sicurezza? Quali sono gli ideali per cui svegliarsi al mattino e le passioni che non fanno dormire la notte?
Un tuffo nel passato di quelle lezioni di storia come poche, con un professore che per me ancora è “ Il mio professore di storia e filosofia” , che ci ha insegnato anche valori che ancora oggi porto nel mio cuore con immenso affetto. Grazie professore Giuseppe Scaramuzzo per ciò che hai fatto per noi e quello che continui a fare per la tua terra, affinchè non si dimentichi il valore dei nostri avi, del perché di tutto quello che ci circonda, dai nomi delle vie, ai ciottoli che calpestiamo con consapevolezza e gratitudine; questo accade se lo facciamo con la conoscenza e la cura di sapere quanta storia è vissuta in quelle strade prima di noi.
Quelle persone non sono supereroi inventati, un soldato, un guerriero, piange, ride, ama esattamente come noi, con emozioni, conflitti, desideri, fragilità e paure.
Tutto questo sviluppa il senso di appartenenza all’Umanità, di sapere di non essere soli nei nostri pensieri e nel nostro sentire, di toccare sofferenze e gioie così come hanno fatto tante persone nei secoli di questo pianeta. Forse questo sviluppa anche un po’ più di rispetto verso l’altro e nell’attualità si possono comprendere meglio delle dinamiche ancestrali, esistite da quando è esistito l’essere umano.
Il Museo del Risorgimento di Acri è un piccolo tesoro della memoria e del patrimonio museale locale, perfettamente proiettato nella prospettiva della cosiddetta macrostoria. Il presupposto del percorso proposto è ovviamente il Risorgimento ad Acri, ma il contesto è generale ed organico al Risorgimento italiano ed in particolare del Mezzogiorno, ed alle sue interazioni anche internazionali. Come sappiamo, fu un periodo di stravolgimenti, moti, circolazione di idee e repressioni violente, comune a molti Paesi e che ha attraversato in senso vario le classi sociali. Ne risulta una contestualizzazione armonica di Acri nel Risorgimento italiano, che fornisce spunti e giusti collegamenti, e nobilita la memoria locale arricchendola di contributi.
Acri come territorio, come scenario dei primi anni di vita di Giovan Battista Falcone, alle cui vicende buona parte dello snodo narrativo del museo è legato. Ma l’attenzione al territorio si evidenzia per quello che è realmente, ovvero necessità di contestualizzare, di costruire le basi storiche e culturali su cui si sviluppa il Risorgimento dei grandi personaggi e delle masse popolari, dei galantuomini e dei villani, degli intellettuali e dei combattenti. Gli intellettuali certamente, perchè è la loro opera che diventa fonte (come sa bene chi fa il mestiere dello storico) e che testimonia del pensiero, e della diffusione e recezione del pensiero stesso, dei contrasti strutturali e sovrastrutturali che animano certi periodi storici.
La collocazione del Museo nel Palazzo che fu la residenza del patriota Giovan Battista Falcone beneficia giustamente di una certa suggestione da “genius loci”. E la ricostruzione delle vicende familiari di Falcone, profondamente immerse nella loro epoca, e dello scenario sociale della Acri ottocentesca, sono proposte in maniera organica e completa, con collegamenti notevoli ai riferimenti culturali del giovane Giovan Battista (Vincenzo Julia, Vincenzo Padula) ed ai cronisti e autori suoi contemporanei, sia ad Acri che nei paesi limitrofi. L’importanza delle fonti, se mai ci sia bisogno di stressarla ulteriormente, è ben sottolineata dalla proposta di esporre libri e saggi, anche d’epoca, come saldi riferimenti ben collocati all’interno del procorso museale, per chi voglia approfondire tecnicamente la ricostruzione storica. Approfondire certamente, perchè un museo del genere ha anche il ruolo di alimentare la ricerca storica e delle fonti, nonchè l’elaborazione necessaria ad affrontare i problemi del presente alla luce delle categorie e delle eredità del passato. La riflessione sui beni comuni ad esempio, tanto attuale quanto trasversale fra politica, filosofia e religione, sul ruolo delle masse popolari nei cambiamenti storici, sulle figure e gli animi più intraprendenti del patrimonio locale, nonchè sui grandi temi della liberazione sociale e le rivendicazioni sociali. La memoria e la storia (o microstoria) all’interno della Storia più generale, come si diceva.
Ho avuto il privilegio di visitare il Museo del Risorgimento in compagnia del prof. Giuseppe Scaramuzzo, che ne è presidente, anima ed autore del percorso narrativo proposto attraverso pannelli e oggetti, libri, fonti e testimonianze fotografiche. Nel ringraziare il professore per l’ottimo risultato volevo qui provare a restituire il senso di necessità e di profonda elaborazione del patrimonio storico suscitati dalla visita (affatto breve se paragonata allo spazio dedicato al Museo all’interno di Palazzo Sanseverino) del Museo, che a mio modesto parere è un piccolo tesoro del patrimonio museale e storico di Acri.
I tragici eventi di cui la scorsa settimana è stato interessato il territorio del nostro Comune hanno generato, nella collettività, sentimenti vari: dall’ira al risentimento, dall’amarezza al disgusto, dalla paura al dolore. Accanto a questi, abbiamo potuto notare un accresciuto senso di appartenenza – nato, in parte, dall’irritazione verso chi si è macchiato del (molto probabile) crimine della piromania, come anche dalla condivisione della sofferenza di chi ha perso terreni (coltivati o boschivi) o stava per vedere la propria casa divorata dalle fiamme – che ci ha visti maggiormente uniti (più empatici e compassionevoli).
In tanti ci siamo anche detti che tutto quel disastro che stava capitando intorno e molto vicino a noi era un attentato al bene comune, al territorio che è “nostro” (per appartenenza, eredità, quotidianità, storia).
E nella stessa ottica – quella di un tesoro che mi sento di aver gratuitamente ricevuto e sono chiamato a consegnare responsabilmente a chi verrà dopo di me – che questa mattina ho visitato il museo permanente del Risorgimento Giovan Battista Falcone, la cui preparazione ed attuale direzione è del prof. Giuseppe Scaramuzzo.
Mentre ascoltavo la storia, il racconto del dono di sé che tanti hanno fatto perché avessimo la libertà, mentre approfondivo maggiormente la figura e l’opera di Giovan Battista Falcone e degli altri acresi e patrioti, dentro di me ringraziavo e benedivo, ma anche speravo che tutto quello non venisse ignorato, non finisse nel dimenticatoio o peggio nel disprezzo, ma suscitasse un interesse nuovo (in noi oggi e nelle nuove generazioni): una sfida grande – me ne rendo conto – nel tempo della comunicazione immediata e dei social.
Avvertivo la vocazione a “fare memoria”, una memoria viva che interpella, un memoriale; ad appassionarmi di quelle pagine che voglio ritenere come il fondamento della nostra democrazia (dei diritti e delle conquiste di oggi); a innamorarmi sempre di più della ricerca, della ricostruzione storica; a sentire il passato come ciò che mi appartiene e mi costruisce (come uomo, cristiano, cittadino, italiano, europeo).
La visita di questa mattina ha suscitato in me tanti interrogativi: da dove vengo? Quali sono i doni ricevuti? Cosa sono chiamato a trasmettere ai posteri?; e propositi: come posso spendermi per simili progetti? Quale contributo posso offrire? Quali strategie posso mettere in campo per fare innamorare altri della magistra vitae?
Il lavoro – a riguardo – non manca: la “carne da cuocere” è abbondante, la fiamma è stata già accesa da coloro che si sono spesi e investono, tuttora, la vita in simili progetti. Ora spetta a me, a noi, “tuffarci” nell’avventura e dedicare ad essa un po’ di tempo e di energie, di entusiasmo e di sacrificio; e questo affinché il nostro Meridione non sia solo emblema di criminalità, di cronaca nera, di illegalità; ma sia specchio di civiltà, storia di rinascita, fucina di coscienza civica e comunionale. E non per vantarci, in modo vuoto, bensì per imparare e rilanciare, conoscere e crescere, scoprire e saper valutare criticamente.
L’autore del Siracide scriveva: «Facciamo l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni» (Sir 44,1): mettere in piedi e custodire, giorno dopo giorno, un museo, significhi per tutti non ammirare l’eroicità di un passato lontano (e, spesso, sepolto); ma divenire costruttori di una nuova umanità, più fraterna e solidale.
Nella giornata di martedì scorso ho visitato il Museo del Risorgimento di Acri con sede presso il Palazzo Sanseverino Falcone, ho fatto questo anche in qualità di Presidente del Comitato Usi Civici di Acri interessato alla storia del proprio Comune, alla sua cultura, alle sue terre, al bene comune.
Ad accompagnarmi, l’amico, storico e scrittore cosentino, Nunzio Greco.
A fare gli onori di casa, invece, il Professore Giuseppe Scaramuzzo – Presidente del Museo del Risorgimento di Acri.
In un momento di grande difficoltà di un settore, quello culturale, messo a dura prova dalla pandemia, occuparsi di cultura non è facile ed è per questo che è necessario uno sforzo in più nel promuovere il settore della cultura.
Oggi ho avuto l’occasione di parlare di terre demaniali, di briganti, di argomenti di notevole importanza storica e culturale.
Conoscere figure storiche, solo per citarne alcune, come quelle di Giovanni Battista Falcone, di Agesilao Milano, di Demetrio Baffa, di Domenico Dramis, significa per un calabrese arricchire profondamente il proprio bagaglio culturale.
Bisogna essere bravi ad esportare questo grande patrimonio culturale, presente nel Comune di Acri, fuori dai confini del nostro Comune e della nostra Regione.
Esportare cultura, investire sulla cultura, è assolutamente necessario.
Voglio ringraziare, infine, il Professore Giuseppe Scaramuzzo per l’ospitalità, ma soprattutto voglio ringraziarlo per la sua competenza, per il suo impegno, per la sua passione che riesce a trasmettere anche ai suoi interlocutori.
Viva la Calabria, viva Acri e il suo enorme patrimonio culturale.
Presentazione del libro del prof. Carmine Pinto
Presentazione del volume del prof. Domenico A. Cassiano
Il Museo del Risorgimento di Acri, inaugurato il 27 febbraio 2021, è ambientato nelle sale dello storico Palazzo Sanseverino Falcone. Ricco di materiale d’epoca, conserva un patrimonio storico utile a comprendere da vicino un periodo glorioso del nostro Paese, con particolare attenzione alla figura del patriota Giovan Battista Falcone ed alla ricostruzione dello scenario sociale della Acri ottocentesca. Libri e saggi aiutano ad approfondire la ricostruzione storica e le tappe del processo di liberazione dell’Italia. Un museo, il nostro, che testimonia un periodo di stravolgimenti, di moti e di circolazione di idee che ha visto il Mezzogiorno determinate per il successo dell’unificazione italiana.
Museo, dal greco "Luogo caro alle Muse". Le Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, la dea della memoria. Il Museo del Risorgimento Nasce ad Acri con l'intento di di conservare la memoria storica di chi, con proprio sacrificio, ha lottato per la libertà e per l'unificazione dell'Italia. Il lavoro di ricerca del prof. Giuseppe Scaramuzzo consegna alla città di Acri e, soprattutto, alle nuove generazioni, un patrimonio storico-culturale che pone Acri come centro propulsivo per lo sviluppo e la conoscenza della nostra Storia.
Piazza Giovan Battista Falcone 1 - 87041 Acri (Cosenza)
Ogni Martedi e Giovedi 9:00 - 13:00 - 16:00 - 20:00
Vuoi prenotare una visita guidata? Vuoi consultare la nostra biblioteca o gli archivi storici? CONTATTACI
Museo del Risorgimento Acri © 2024 – Testi a cura del prof. Giuseppe Scaramuzzo
Con il Patrocinio del Comune di Acri